scadenza: 15 marzo 2023
“chi costruisce una casa o una nave o modella un calice sacrificale, disvela la cosa da produrre rispetto ai quattro modi del far avvenire. Questo disvelare riunisce dapprima l’aspetto e la materia della nave e della casa nella visione compiuta della cosa finita e determina su questa base le modalità di fabbricazione. L’elemento decisivo della tèchne non sta perciò nel fare e nel maneggiare, nella messa in opera di mezzi, ma nel disvelamento menzionato. In quanto tale, non però intesa come fabbricazione, la tèchne è un produrre”1 M. Heidegger
Che tipo di rapporto esiste tra la tecnica e la forma? La call di QuAD per il numero del 2022 invita a riflettere su questo tema centrale secondo diversi tipi di orientamento critico: si può indagare il tema filosoficamente, chiedersi, magari a partire dalla definizione di Heidegger di Tecnica come disvelamento, come la tecnica possa pro-durre l’eidos di un oggetto e di un’opera d’arte.
Si può partire da opere singole o gruppi di opere e cercare di comprendere come la tecnica nel suo sviluppo incessante ne abbia influenzato o addirittura generato la forma; questo ovviamente può valere per opere d’arte, architetture, ma anche oggetti e artefatti. Si può invece partire dalle tecniche e vedere quali forme quella tecnica ha generato: si pensi ad esempio alle possibilità espressive di tecniche come l’opus caementicium o il cemento armato o la tecnica di piegatura del legno, etc.
Si può partire dalla celebre definizione di Mies: “la forma non è il fine del nostro lavoro, bensì il risultato”, forma quindi intesa come sintesi di principi, di storia, di componenti tecniche, da cui discendono differenti traiettorie di ricerca, tra cui quella “tecnicista” dell’architettura, ma è anche possibile interrogarsi ad esempio sugli strumenti e le tecniche del disegno, di architettura e non; o anche sulle tecniche di artificializzazione e cura del suolo che hanno determinato le forme del paesaggio.
Non esiste forma che non abbia alcun rapporto con la tecnica; ma oggi la tecnica non è più solo strumento al servizio dell’operato dell’uomo, ma tende a diventare dominante su di esso.
Il problema che si pone, dunque, è quello di capire se esiste un modo per limitare gli effetti della sua potenza, scoprendola ancora come tèchne che agisce in modo pro-porzionato e congruente in tutte le manifestazioni dell’esser-ci e quindi a tutte le scale, da quella della forma dei manufatti e artefatti, alle architetture, al paesaggio, sino a coinvolgere i nostri stessi corpi.
Pensiamo che il tema proposto possa quindi suscitare riflessioni e approfondimenti in diversi campi disciplinari, tutti – crediamo – di grande interesse.
1 M. Heidegger, La questione della tecnica, in M. Heidegger, Saggi e discorsi, a cura di G. Vattimo, Milano 1980, p.10.
Alcuni possibili ambiti tematici:
Date e norme:
Su questi temi invitiamo gli autori a presentare un abstract di 1000/1300 battute alla Redazione della rivista entro il 15 marzo 2023.
– 31 marzo 2023: selezione dei contributi più significativi e maggiormente coerenti con il tema presentato.
– 15 giugno 2023: consegna del full paper.
Prima della pubblicazione ogni testo sarà sottoposto alla valutazione di revisori esterni.
Il contributo esteso potrà essere presentato in italiano, inglese o francese e non dovrà superare i 30.000 caratteri, spazi inclusi, ma escluse didascalie e abbreviazioni bibliografiche, con massimo 10 illustrazioni. Sarà possibile naturalmente anche proporre un contributo di minore consistenza, calcolando comunque un rapporto tra immagini e testo pari ad un’immagine ogni cartella (di 2.000 battute). Gli autori sono invitati a rispettare rigorosamente le norme editoriali pubblicate sul sito; i contributi non a norma non saranno accettati
L’abstract e i contributi dovranno essere inviati alla Redazione della rivista: quad.redazione@gmail.com
Sul sito della rivista www.quad-ad.eu è possibile scaricare le Norme Redazionali per la redazione degli abstract e dei contributi estesi: http://www.quad-ad.eu/norme-redazionali/
Technique and Form
deadline: March 15, 2023
“Whoever builds a house or a ship or forges a sacrificial chalice reveals what is to be brought forth, according to the perspectives of the four modes of occasioning. This revealing gathers together in advance the aspect and the matter of ship or house, with a view to the finished thing envisioned as completed, and from this gathering determines the manner of its construction. Thus what is decisive in techne does not lie at all in making and manipulating nor in the using of means, but rather in the aforementioned revealing. It is as revealing, and not as manufacturing, that techne is a bringing-forth.”1 M. Heidegger
What kind of relationship exists between technique and form? QuAD’s call for the issue 2022 invites us to consider this key issue according to different critical orientations: one can investigate it philosophically, by exploring, also starting from Heidegger’s definition of Technique as revelation, how the technique can produce the eidos of an object and a work of art.
One can start from single works or groups of works trying to investigate how the technique, in its never-ending development, has influenced or even generated their form; this clearly can apply to works of art, architecture, and also objects and artefacts. Instead, one can start from techniques and recognize which forms were generated by them: let’s think for example to the expressive possibilities of techniques such as the opus caementicium, the reinforced concrete or the wood bending technique, etc.
One can also start from the famous statement by Mies: “the form is not the goal of our work, but its result”, form therefore as a synthesis of principles, history, technical components, from which different research trajectories came down, including that “technicist” in architecture. It is also possible to question oneself, for example, on the tools and techniques of drawing, of architecture between the others; or even on the techniques of artificialization and care of the ground that have determined the forms of the landscape.
There is no form that has no relationship with the technique, but today technology is no longer just a tool at the service of mankind, it tends instead to dominate over it.
The problem that arises, therefore, is to understand if there is a way to limit the effects of its power, by re-discovering it as tèchne that acts in a proportionate and congruent way in all the appearances of being-there and therefore at the all scales, from that of the forms of the manufactures and artefacts, to the architecture, to the landscape, up to involving our own bodies.
We think that the theme proposed for this call can therefore arouse reflections and insights in various fields, all – we believe – of great interest.
1 M. Heidegger, The Question Concerning Technology, in M. Heidegger, The Question Concerning Technology and Other Essays, Translated and with an Introduction by William Lovitt, New York & London 1977, p.13.
Some between the possible thematic areas:
Deadlines and standards:
On these topics, we invite authors to submit an abstract of 1000/1300 characters to the editorial board of the journal by March 15, 2023.
– March 31, 2023: selection of the most significant contributions, and consistent with the current topic.
– June 15, 2023: submission of the full paper.
Before publication, each text will be subjected to the evaluation of external peer-reviewers.
The full paper can be submitted in Italian, English or French, and must not exceed 30,000 characters, excluding captions and bibliographic abbreviations, with 10 illustrations. It will also be possible to submit a shorter paper by calculating a ratio between figures and text of one image per folder (2,000 characters). The authors are invited to strictly respect the editorial rules published on the site; contributions that do not comply with the journal rules will not be accepted.
Abstract and papers must be sent to the editorial office of the journal: quad.redazione@gmail.com
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